Il 21 agosto 1609 Galileo Galilei rivoluzionò
il mondo dell’astronomia: presentò al governo veneziano il suo
cannocchiale. Ebbe il merito del perfezionamento e del primo uso
astronomico delle lenti, che furono costruite nel 1607 da occhialai
olandesi.
Per la costruzione del suo telescopio, Galileo usò le sue mani:
levigò le lenti, le combinò in modo congeniale, assemblò i vari pezzi.
Costruì un tubo in legno, con due lenti di vetro alle estremità, una
concava e l’altra convessa, il tutto accorpato con vari accessori. Unì
quindi la consapevolezza del legame tra i suoi strumenti e il metodo
scientifico, alla sua eccezionale abilità nel progettarli e costruirli.
Tramite il suo genio, fu possibile quindi osservare per la prima
volta il cosmo, con uno strumento ben più potente e “scientifico”
dell’occhio nudo.
Diresse il suo strumento verso il cielo e la prima cosa che osservò fu la Luna, che non si rivelò liscia come si riteneva fosse fino ad allora, ma individuò le sue montagne e crateri.
Notò le regioni chiare e quelle scure, e ottenne le prime informazioni sui moti lunari.
Osservò le fasi di Venere e le macchie solari, osservò Saturno ma senza
distinguere gli anelli, che scambiò per rigonfiamenti del pianeta
stesso, pensando quindi che fosse un pianeta “tricorporeo”.
Scoprì la costituzione stellare della Via Lattea, con i suoi ammassi di
stelle e corpi celesti, individuò i quattro maggiori satelliti di Giove.
Gloria accame
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