Introduco io questa nuova ricerca iconografica con un "classico contemporaneo": L'urlo di Edvard Munch.
Edvard Munch, L'urlo, 1893.
Casa Milà (La Pedrera) - Antonì Gaudi, 1910.
Sebbene Antonì Gaudi, architetto spagnolo, sia considerato da numerose enciclopedie online come massimo esponente del modernismo e dell'espressionismo, io penso di intravedere in questa casa qualche cenno di crisi della "Belle époque", negli anni subito precedenti la Grande Guerra.
La voglia di uscire dai canoni costruttivi classici e di spiccare il volo verso la diversità e l'anticonformismo delineano sia una spiccata personalità dell'architetto, sia una sorta di crisi, dovuta forse alla voglia di fuggire dal presente o forse, appunto, dalle tensioni dell'epoca.
Non sono molto informata sui suoi reali intenti, quindi ho dato la mia interpretazione delle linee curve e "surreali" impiegate nel progetto che, secondo me, nascondono un'inquietudine di fondo dietro alla loro bellezza architettonica.
Ottavia Guidarini.
Chiara Novaro
Produsse allora opere per lo più misticheggianti, in cui lo spazio, la forma e il colore perdono ogni funzione descrittiva per assumere un valore espressivo autonomo.
Il carattere drammatico della sua pittura..
Anna Cuccurnia
Vittorio Corcos, "Lune de Miel" 1885. Paesaggi, ritratti mondani, ma anche persone colte nella loro quotidianità, intente a giocare, amoreggiare, leggere un libro.
L'autore vuole rappresentare la Belle époque dominata da due principali caratteristiche: il sogno e l'inquietudine.
Giulia Massa
Chiara Novaro
Emil Nolde nacque nel paesino tedesco di Nolde, vicino al confine con la Danimarca. Il suo vero nome era Emil Hansen, ma a partire dal 1902, si fece chiamare come il paese natale per sottolineare il legame con la sua terra.
A partire dal 1904 il suo stile si avvicina inizialmente all’ impressionismo per poi arrivare all’espressionismo, con i colori che diventano sempre più intensi: in questa evoluzione ebbero probabilmente una notevole influenza le opere di Paul Gauguin e di Edward Munch.Produsse allora opere per lo più misticheggianti, in cui lo spazio, la forma e il colore perdono ogni funzione descrittiva per assumere un valore espressivo autonomo.
Il carattere drammatico della sua pittura..
Gaudì e Nolde, uno spirito irrequieto del sud Europa e una sensibilità del nord Europa. L'eclettismo del primo è ancora però, si può dire, contemporaneo, da buon designer quale era, anticipa i tempi, il secondo, come spesso accadeva in quegli anni, passa da una fase più aggressiva (dove dipingeva maschere e caricature) a una fase, come scrive Chiara, misticheggiante. Due risposte alla crisi: l'estrosità di Gaudì e la dimensione spirituale per Nolde (prof. Cosco)
La Gare Saint-Lazare (1877) Claude Monet.
Giada Lecca
Riguardo a questo quadro Zola ha scritto:"vi si sente lo sferragliare dei treni che arrivano veloci, si vedono le zaffate di fumo che roteano sotto i vasti hangar. Oggi la pittura è là, in quegli ambienti moderni con la loro bella grandezza. I nostri artisti devono scoprire la poesia delle stazioni come i loro padri scoprirono quella delle foreste e dei fiumi"
Trovo questa riflessione molto curiosa e anche il dipinto, sembra quasi che ci fosse qualcosa nel subconscio di artisti e poeti che li spingesse verso le stazioni, come se fosse un preavviso della guerra che incombe sul mondo. D'altronde è innegabile che i treni hanno avuto ruoli fondamentali durante le due grandi guerre.
Interessante Giada. Questo quadro è datato 1877 ed è ancora presto per pensare alla Grande Guerra, ma le menti ricettive e sensibili degli artisti e degli intellettuali sembrano pronte a intuire che, a breve, l'Europa non sarebbe stata più la stessa. Non a caso abbiamo dedicato un po' di tempo al tema della "velocità" (ricordi il passo dello scrittore austriaco Zweig?), parola che schiude nuovi orizzonti da conquistare, ma che anticipa anche certe "schizofrenie" dei nostri tempi contemporanei, che sembrano costringerci a essere più veloci della velocità stessa (prof. Cosco)
Interessante Giada. Questo quadro è datato 1877 ed è ancora presto per pensare alla Grande Guerra, ma le menti ricettive e sensibili degli artisti e degli intellettuali sembrano pronte a intuire che, a breve, l'Europa non sarebbe stata più la stessa. Non a caso abbiamo dedicato un po' di tempo al tema della "velocità" (ricordi il passo dello scrittore austriaco Zweig?), parola che schiude nuovi orizzonti da conquistare, ma che anticipa anche certe "schizofrenie" dei nostri tempi contemporanei, che sembrano costringerci a essere più veloci della velocità stessa (prof. Cosco)
Munch incarna perfettamente l'artista dall'animo inquieto e smarrito per eccellenza. Lo si può benissimo vedere nel dipinto "L'urlo", ma a mio avviso anche in "Sera sul viale Karl Johan". In questo caso gli animi inquieti fanno parte di una società ormai esteriormente perfetta ed impegnata, ma dall'animo smarrito come quello di uno spirito vagante per le strade. Il gruppo di persone infatti è distinguibile solo dai costumi,il loro volto è una specie di maschera spaventosa, sinonimo del loro stato d'animo. "Sera su viale Karl Johan" è una critica contro l'indifferenza della società di quei tempi.
Giulia Casiraghi
Bell'analisi, Giulia! Munch è l'artista dell'inquietudine per eccellenza, interessante la scelta di questa alternativa all'Urlo, meno nota, ma forse ancora più "spettrale", perché l'angoscia, quel sentimento di cui parleranno molto i filosofi del tempo, sembra pervadere tutti e non c'è vestito bello della domenica che tenga.
La Belle époque, un periodo percorso da ottimismo e inquietudini, da totale fiducia nelle sorti dell'umanità e dalle brame di potere e di conquista. Forse nella pittura di Corcos, illustre ritrattista, l'inquietudine è appena percettibile, ma c'è. Corcos prediligeva i soggetti femminili e nei suoi ritratti dominano la compostezza, l'eleganza raffinata e il gusto del particolare, ma si percepisce anche una certa trattenuta frenesia, un'ansia serpeggiante e uno stato d'animo inquieto. Nella tela intitolata "Sogni", compare una giovane donna dallo sguardo intenso, quasi sfidante. Sembra consapevole, forte, autonoma, moderna, ma allo stesso tempo risulta essere triste, sottilmente inquieta e sofferente. Pare chiedersi, guardando fisso davanti a sè, quale triste futuro la aspetti.Anna Cuccurnia
Interessante analisi introspettiva quella di Anna, uno sguardo diverso rispetto a quello che abbiamo posato sulle donne "combattive" dei movimenti di emancipazione. Oltre le suffragette c'erano tante donne con i loro sogni, le loro preoccupazioni, i loro desideri spesso taciuti. (prof. Cosco).
Vittorio Corcos, "Lune de Miel" 1885. Paesaggi, ritratti mondani, ma anche persone colte nella loro quotidianità, intente a giocare, amoreggiare, leggere un libro.
L'autore vuole rappresentare la Belle époque dominata da due principali caratteristiche: il sogno e l'inquietudine.
Giulia Massa
Più che inquietudine, questo quadro direi ispiri il dolce far niente di classi agiate che, a differenza di altre, non dovevano reclamare diritti, ma vivevano nei privilegi. Un dolce e piacevole ritratto sognante (prof. Cosco)
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